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L’Analisi – Come ti pareggio una partita senza motivo

Era un po’ di tempo che non riuscivamo ad analizzare tatticamente la partita e abbiamo voluto ricominciare con la ripresa effettiva della Serie A – non dal recupero con la Samp – per farlo. E forse sarebbe stato meglio non avere questa idea, visto quanto accaduto a San Siro.

Ma tant’è, con l’avvicinarsi dell’episodio 100 è giusto tornare alle origini anche per noi.

La gara contro il Sassuolo di De Zerbi si sapeva che avrebbe regalato tatticamente più di qualche spunto e avrebbe generato parecchi spunti offensivi, ma non si sospettava sarebbe stata così problematica in fase difensiva: però l’Inter di questa seconda parte di stagione ha abituato in queste prime uscite a una minore solidità ed è giunto il momento di analizzarli nel dettaglio, grazie a quanto ci fornisce la sfida contro i neroverdi.

E ROTAZIONI SIANO

Lo aveva detto ai microfoni di Inter TV Conte che – specialmente a centrocampo – si sarebbe vista qualche rotazione in più e così è stato: tre cambi rispetto alla Samp con Borja, Moses e Biraghi dentro al posto di Barella, Candreva e Young. A questi si sono aggiunti Ranocchia per de Vrij e Sanchez per Lautaro. Mai così tanti da quando la gara con la Sampdoria la si affrontò a Marassi nel girone di andata, quasi 9 mesi fa ormai.

Il modulo scelto è sempre questo 3-5-2 con Eriksen più libero da compiti difensivi e in grado di partire più vicino alle punte. La più grande differenza è nell’assegnazione dei ruoli degli altri due mediani: non è Borja a essere il più basso fra i due, ma Gagliardini e questo lo si denota sin dai primi palloni quando Eriksen si occupa di Magnanelli, Borja di Obiang e l’ex Atalanta di Djuricic, il trequartista del 4231 neroverde. Nell’immaginario collettivo sarebbe dovuto essere lo spagnolo a rimanere più basso anche per agevolare la manovra in uscita – complice l’assenza di de Vrij -, ma Conte ha scombinato i piani della vigilia andando con Gagliardini che tempo 3 minuti e fa capire come i dubbi sul suo conto in quel ruolo siano fondati.

Biraghi sbaglia il tempo di uscita in pressing su Müldür, ma sia Borja Valero che Eriksen sarebbero in buona posizione per schermare il passaggio al terzino turco. L’unico errore di posizionamento qui è di Gagliardini che si fa attirare troppo dal pallone lasciando completamente scoperto sia Djuricic che la linea di passaggio verso di lui: da qui poi inizia la fine. Le rotazioni che scaturiscono da ciò sono affrettate e sbagliate con Ranocchia che esce erroneamente sul #10 del Sassuolo nonostante Skriniar sia messo in posizione migliore e Bastoni e Biraghi sono in ritardo su Caputo perché fuori posizione dal pressing errato. E quindi Djuricic serve Caputo che ha il tempo di controllare e trafiggere Handanovic. Per non farsi mancare nulla Moses sbaglia la linea del fuorigioco tenendo onside Caputo.

Gagliardini è troppo vicino al pallone e Djuricic alle sue spalle ha tutto lo spazio necessario per avanzare indisturbato

L’Inter fino praticamente alla mezz’ora è il pugile che vacilla costantemente flirtando pericolosamente con il KO, Il pressing inizia con i soliti dettami, i soliti movimenti videoludici di Conte, ma manca la chiusura del cerchio: Gagliardini non riesce a essere incisivo in fase di recupero e questo – unito a Biraghi visibilmente preoccupato a inseguire Berardi invece di fare quanto richiesto da Conte – consente agli uomini di De Zerbi di ripartire in contropiede in più occasioni vanificando i buoni movimenti dei 3 giocatori più avanzati dell’Inter. Gli spazi concessi sono ampissimi e ricordano a tratti il derby di ritorno nella prima frazione. Solo la scarsa vena di un Sassuolo poco in palla dal punto di vista offensivo – fa sorridere pensando alle tre reti, lo sappiamo -, graziano l’Inter dalla capitolazione precoce.

PASSO INDIETRO OFFENSIVO

Non lasciamoci ingannare dal risultato pirotecnico: davanti l’Inter ha avuto un passo indietro rispetto alle prime due uscite. Non si deve però buttare la croce addosso ai tre lì davanti, il problema ha radici profonde: nell’uscita palla. Con de Vrij assente, Gagliardini in evidente difficoltà, la palla nella zona di Eriksen arriva a fatica e Lukaku e Sanchez difficilmente sono stati imbeccati. Passaggi lenti e prevedibili che a tratti ricordano la gara di Coppa Italia contro il Napoli dell’andata, con la sola eccezione di un coinvolgimento più diretto dei quinti grazie alle giocate di Bastoni e soprattutto Skriniar. Ma nonostante questo l’Inter riesce a ribaltare il risultato sul finire di prima frazione.

L’INSPIEGABILE

Con l’inizio della girandola di cambi l’Inter alza leggermente il baricentro limando le offensive del Sassuolo e questo anche grazie al buon ingresso del propositivo Agoumé che consente il passaggio al 352 solito con due mezze ali più canoniche nell’immaginario collettivo. Una delle due però è Gagliardini – e no, non vogliamo parlare del suo errore – che continua nella sua serata no e viene raggiunto da Ashley Young, subentrato a Biraghi. In realtà il Sassuolo non ha nemmeno cambiato tatticamente la partita, si è semplicemente fatta trasportare dall’emotività dell’Inter. Gli errori dei singoli hanno fatto quello che nessuno con la maglia del Sassuolo dato che dal gol di Biraghi a poco prima del pareggio su rigore di Berardi gli uomini di De Zerbi avevano generato azioni per solo 0.10 xG a fronte di 1.01 xG generati dall’Inter nello stesso lasso di tempo – di cui 0.76 riferibili a quello di Gagliardini, il valore di un rigore -. E tatticamente non ci sono nemmeno errori grossolani da analizzare perché sono tutti individuali, sia in attacco che in difesa: non c’è alcuna situazione particolare tale da meritare un approfondimento. I numeri parlano chiaro: questa partita giocata 8 volte su 10 l’Inter la vince giocando la peggiore gara dalla ripresa e una delle peggiori della stagione, eppure il risultato finale è di 3-3.

È ormai sotto gli occhi di tutti quali siano i problemi tattici di questa squadra, tralasciando quelli mentali a dir poco endemici. Se si difende alto come vuole Conte in assenza di Barella e Brozovic questa squadra fa fatica a fare filtro e ne risente in fase di accompagnamento alla manovra dato che contro il Sassuolo raramente si sono visti i 5 uomini che si erano visti con la Samp in area di rigore. Le alternative sono poche e non di livello credibile per mantenere alto il livello, specialmente se queste alternative sono le ultime due delle gerarchie iniziali causa infortuni che sono comunque sempre da mettere in preventivo.

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