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Milan-Inter: le risposte di Spalletti, lo statement di Martinez. Controsorpasso riuscito

Nel momento più importante della stagione, dopo il clamoroso tonfo in Europa League, l’Inter di Luciano Spalletti non si perde e reagisce con una vittoria di carattere e intensità, nel derby che sancisce il controsorpasso di Handanovic e compagni nei confronti della squadra di Gattuso.


L’Inter si schiera con il solito centrocampo fluido che in fase di possesso schiera Vecino e Gagliardini come mezzali, mentre quando si imposta l’azione l’urugagio si alza fra le linee mentre l’ex Atalanta si stringe vicino a Brozovic, con il duplice ruolo di protezione e linea di passaggio per il croato. Una mossa elementare nello scacchiere spallettiano, ma la velocità d’esecuzione con cui i centrali e Brozo muovono la palla unita all’incapacità del Milan di portare un pressing efficace fanno la differenza. L’attacco è completamente scollegato con il centrocampo e la difesa: quando Piatek si alza a pressare, i centrocampisti non riescono sempre a seguire l’azione e si creano spazi dove Vecino banchetta e organizza l’offensiva. Inoltre, come all’andata, l’Inter toglie ogni tempo di gioco alla difesa rossonera, chiudendo le linee di passaggio a Romagnoli e Musacchio ed evidenziando tutti i limiti della mediana poco tecnica del Milan.

Azione simbolo del primo tempo dell’Inter: palla persa, pressing forsennato a recuperare palla e Milan senza idee


Nel secondo tempo infatti Gattuso abbassa Chalanoglu per dare spunti all’organizzazione del Milan e i risultati sono immediati.  La palla inizia a circolare meglio e si muove più velocemente, ma la sostanza non cambia. I dati riguardanti gli expected goal testimoniano la pochezza del Milan: l’Inter ha finito la gara con un totale di 2.91 xG, mentre la squadra di Gattuso si ferma a 1.06.

L’andamento generale della gara testimonia quanto Spalletti abbia preparato bene la gara, nonostante il carrozzone delle ultime settimane. Nel dettaglio, gli episodi sono girati nel verso giusti grazie a dei piccoli accorgimenti: nei primi minuti, Perisic svaria su tutto il fronte offensivo e taglia davanti a Romagnoli, rendendogli impossibile l’intervento e costringendolo a seguire l’azione in maniera passiva. Il cross verso l’area è sublime, come il tocco di Lautaro: Vecino segna e spacca la gara.

Sul cross, Perisic taglia in mezzo all’area e chiude Romagnoli. Poi si sposterà sull’esterno, dribblando Rodriguez. Azione da manuale

Dopo il gol del 1-2, la gara abbandona una dimensione tattica e si consegna all’agonismo puro, con Kessie terzino e l’Inter che staziona nella propria metà campo con il rischio di abbassarsi troppo e concedere il fianco al Milan. La parziale sofferenza dell’Inter è testimoniata dalle 11 spazzate di Skriniar, che rinuncia a impostare con la costanza del primo tempo e cerca solo di guadagnare tempo per riposizionarsi. Questo è dovuto anche al fatto che al 45’ Brozovic stava per tirare i remi in barca a causa del solito affaticamento muscolare, salvo poi restare in campo a causa dell’assenza totale di sostituti. De Vrij gestisce lo spazio aereo, vincendo più duelli di tutti (insieme a Perisic, rispettivamente 3 e 5) e Lautaro svaria su tutto il fronte offensivo, fino al culmine della sua partita, quando calcia il rigore che sigilla il risultato, al netto del gol di Musacchio.

L’Inter gioca una partita che sa d’autunno, per intensità e cinismo e si è arrampicata sulla schiena del Milan per agguantare il terzo posto. La speranza è di vedere un’altra conferma contro la Lazio, dopo le meraviglie della gara d’andata. Al momento, lo score contro le big di Spalletti rimane (quasi immacolato): vinti tre derby su cinque e scontri diretti tutti a favore. Piccolezze, dopo la batosta contro l’Eintracht. Ma necessari per ripartire.

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