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L’Inter in Serie A: l’analisi difensiva del girone di andata dei nerazzurri

Dopo esserci soffermati sulla fase offensiva del girone di andata messa in scena dall’Inter è giunto il momento di entrare nel dettaglio di quella che è stata la fase difensiva dei nerazzurri, spesso al centro delle critiche e comunque oggetto in più occasioni di sbavature evidenti che sono finite con il costare caro alla squadra di Antonio Conte.

Questo argomento lo avevamo già trattato a suo tempo dopo i primi risultati altalenanti usando un grafico che metteva in relazione gli xG concessi su azione ai tiri concessi per restituire come e quanto ha concesso la difesa nerazzurra in ogni singola partita durante l’arco del campionato. Fino alla gara con l’Atalanta l’Inter concedeva in media 1,10 xG a partita e ogni tiro concesso agli avversari aveva un valore di 0,12 xG (dati understat), ma da allora qualcosa è cambiato e in positivo.

Complice la striscia di vittorie consecutive interrottasi contro la Sampdoria, l’Inter conclude le prime 19 giornate di campionato concedendo 1,09 xG a partita e ogni tiro ha un valore di 0,11 xG e questo perché nello split che va dall’ottava giornata a quella appena conclusasi contro l’Udinese, i nerazzurri hanno tenuto per ben sei volte sotto 1,00 xG gli avversari e perché è calato a 0,10 xG il valore di ogni tiro scoccato verso la porta di Handanovic con le ultime quattro gare consecutive che fanno segnalare una media di 0,05 xG per tiro.

Questo per quanto riguarda i numeri, ma in campo vanno i giocatori e alcune situazioni hanno segnalato delle difficoltà ben identificabili e sempre le medesime e di cui abbiamo parlato più di una volta nelle varie puntate del podcast dedicato all’Inter.

Tralasciando gli errori individuali che esulano dalle diverse situazioni di gioco e su cui chioseremo nel finale facendone una distinzione, è giunto il momento di parlare di due modalità chiare di errori difensivi ricorrenti in casa nerazzurra: il primo è quello a difesa schierata quando la squadra avversaria arriva nella zona del vertice dell’area di rigore.

Questo è un qualcosa di storico nell’Inter di Conte: il rigore concesso al Real Madrid arriva da una situazione simile, contro la Juventus lo scorso anno nella gara interna sono i primi due esempi che vengono alla mente e quest’anno vogliamo usare il gol del vantaggio del Torino a San Siro.

In questa occasione la palla è giunta dal lato dopo un errore in impostazione da parte di Young fra i piedi di un giocatore del Torino con Meïte che grazie allo sviluppo della manovra si trova fra le due linee nerazzurre con una linea di passaggio anche facile per il compagno. In questo momento si verificano almeno due errori che ritroviamo spesso nei gol subiti dall’Inter in questa situazione: Young sulla fascia non legge adeguatamente la situazione e rimane troppo distante dalla linea difensiva lasciando a Zaza il corridoio per inserirsi, mentre Bastoni commette il secondo che di conseguenza comporta la mancata copertura che vedremo dopo: il difensore classe ’99 nonostante sia predisposta una gabbia attorno al ricevente prova l’anticipo, ma così facendo non fa altro che ingrandire lo spazio a disposizione di Zaza.

Ovviamente D’Ambrosio non coprendo il tentativo di anticipo di Bastoni rimane fermo sulle gambe e la giocata del nuovo acquisto del Milan in questo caso mette l’attaccante lucano nelle condizioni di avere quasi 10 metri di spazio all’interno dell’area di rigore.

L’altra situazione problematica per l’Inter è l’uscita e specialmente quando la palla viene persa in uscita: pensiamo al gol preso contro la Sampdoria per mano di Keita, ma anche al gol di Lorenzo Pellegrini nel pareggio di Roma.

Barella perde palla in uscita e la Roma parte in contropiede con una situazione di 5 vs. 6 a favore dell’Inter sulla carta, ma questo non si tramuterà in una sicurezza alla resa dei conti. L’apertura sul lato e il conseguente movimento di Dzeko che parte dall’esterno attrae Brozovic su quel lato con la difesa che non può permettersi di uscire in anticipo dato che la corsa all’indietro è più importante ai fini della prospettiva di pericolo; in tutto questo Vidal non riuscirà a rientrare su Mkhitaryan e Pellegrini favorendo di fatto la giocata sull’esterno della Roma.

Come si può vedere dall’evoluzione della giocata, gli uomini presenti sono i medesimi del frame precedente senza che nessuno dell’Inter sia stato in grado di rientrare in questa situazione, anche perché Barella rimane a terra dopo il contrasto che ha generato la palla persa. Brozovic, come conseguenza del raddoppio necessario sull’esterno dove Spinazzola e Dzeko stavano puntando Skriniar, segue il bosniaco nel suo taglio e de Vrij e Bastoni, ora che sono nella corretta posizione non hanno il tempo materiale per uscire sulla giocata di Mkhitaryan che ha troppo spazio a disposizione. Vidal in quella posizione è inerme perché il rientro sull’armeno è impensabile e la giocata su Pellegrini non fa altro che aumentare i metri da coprire. Dal lato forte al lato debole la Roma ha tagliato fuori la difesa nerazzurra per intero con Darmian mai realmente in gioco. L’unica cosa che si può provare è il contrasto in extremis come fatto da Bastoni, ma la palla deviata si insacca.

Concludiamo con la necessaria valutazione sugli errori individuali.

Ci sono errori ed errori: ci sono errori per voglia di strafare dal punto di vista della dedizione, ci sono errori di interpretazione, di disattenzione e di lassismo. È evidente che il primo tipo di errore non sarà mai un problema e il secondo non lo si potrà mai annullare del tutto visto che l’uomo non è perfetto per natura, ma sugli ultimi due tipi di errore non si può sempre passare sopra. Specialmente sull’ultimo. E sappiamo bene che vorreste leggere qualche frase sul portiere o sentircene parlare in qualche puntata del podcast – non mancheremo se dovesse essercene l’occasione -, ma su questi errori non ci sono analisi da poter fare: in realtà si può solo sperare e aspettare di non vederli più durante le gare dell’Inter.

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